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La stagione 2025 di Formula 1 si è appena chiusa con una storia che sembra scritta per un film: McLaren protagonista assoluta. Lando Norris e Oscar Piastri hanno dominato l’annata, portando a casa il Campionato Costruttori per il secondo anno consecutivo. E come ciliegina sulla torta, lo scorso weekend Norris ha battuto Verstappen conquistando anche il Campionato Piloti. Un trionfo così, però, non porta soltanto coppe e copertine: in Formula 1 il successo si traduce anche in costi più alti per l’anno successivo. Ed è qui che entra in gioco un tema spesso sottovalutato, ma fondamentale per capire i budget dei team: la quota d’iscrizione. In questo scenario, la domanda “Quanto costa gareggiare in F1” diventa più concreta che mai, perché i risultati incidono direttamente sul conto da pagare per essere al via nella stagione successiva. (1/5)

Per la prossima stagione, infatti, McLaren dovrà versare 7.732.579 dollari per assicurarsi un posto in griglia. Il dato colpisce perché rende immediata la logica del sistema: più vinci, più paghi. Ecco perché, quando si ragiona su Quanto costa gareggiare in F1, non si parla solo di sponsor, stipendi e sviluppo tecnico, ma anche di una voce ufficiale e obbligatoria che cresce con i punti ottenuti. (2/5)


Quanto costa gareggiare in F1: Come funziona la quota d’iscrizione dei team

Ogni anno, per partecipare al Campionato del Mondo, le squadre devono pagare una quota composta da due elementi. Il primo è una cifra “di base”, uguale per tutti come riferimento. Il secondo, invece, dipende dai risultati: è un importo collegato ai punti ottenuti nella stagione precedente. In sostanza, non è una semplice tassa fissa per essere presenti in griglia, ma un costo che cresce insieme alle prestazioni. Questa regola spiega bene quanto costa gareggiare in F1 a seconda della posizione in classifica: chi accumula più punti finisce inevitabilmente con una quota finale più elevata. (3/5)

Questo sistema spiega bene perché una squadra dominatrice come McLaren si trovi a pagare molto di più rispetto a chi ha chiuso l’anno nelle retrovie. Il team britannico, rispetto ai 6,1 milioni di dollari pagati per la stagione in corso, vede aumentare la cifra perché nel 2025 ha accumulato 666 punti. Il principio è lineare: ogni punto “pesa” anche sul portafoglio, e la differenza tra top team e midfield si vede nero su bianco.

Quanto costa gareggiare in F1: quota fissa e costo per punto

La struttura della quota è semplice da riassumere:

  • Quota fissa: una base comune su cui si costruisce il totale.

  • Importo per punto: un valore moltiplicato per i punti conquistati l’anno precedente.

Quindi, a parità di quota fissa, le differenze finali nascono dalla classifica. È il motivo per cui i top team, che lottano per vittorie e titoli, finiscono spesso con cifre a sette zeri, mentre le squadre meno competitive restano più vicine alla base.


Importo per punti: perché il campione paga di più

Un dettaglio importante è che non tutti pagano lo stesso importo per punto. Secondo i parametri utilizzati per stimare le cifre del 2026 (partendo dalle quote della stagione precedente e applicando l’aumento percentuale visto negli anni passati), la quota fissa salirebbe a 703.330 dollari. Su questa base si aggiunge il costo legato ai punti.

Le stime indicano:

  • 7.030 dollari per punto per la maggior parte delle squadre.

  • 8.438 dollari per punto per il vincitore del campionato.

Questo “sovrapprezzo” per chi chiude davanti a tutti è la ragione per cui la squadra campione vede il totale impennarsi: non solo ha più punti, ma ogni punto viene conteggiato con una tariffa più alta.

Caso McLaren: da 6,1 a 7,7 milioni

Nel caso McLaren, l’aumento rispetto ai 6,1 milioni pagati per la stagione corrente è collegato proprio al bottino di 666 punti ottenuti nel 2025. Con un numero così alto di punti e con la tariffa maggiorata prevista per il campione, il totale stimato arriva a 7.732.579 dollari. In pratica, e senza giri di parole, è un esempio perfetto per capire Quanto costa gareggiare in F1 quando si domina la classifica: il successo si paga anche prima dell’inizio del campionato successivo. (4/5)


Quanto costa gareggiare in F1: Quando dovranno pagare i team per correre nel 2026

La quota d’iscrizione viene versata prima della stagione, perché è il passaggio che consente al team di confermare ufficialmente la partecipazione al campionato successivo. In altre parole, gli importi di cui parliamo sono quelli che le squadre dovranno pagare per poter gareggiare nel 2026.

Va chiarito un punto: non sono disponibili quote ufficiali al momento, ma gli importi possono essere calcolati partendo dalle quote di iscrizione della stagione precedente e applicando lo stesso aumento percentuale osservato negli anni passati. Seguendo questo metodo, si ottiene una previsione coerente con i parametri indicati: 703.330 dollari di quota fissa e un importo per punto pari a 7.030 dollari, che diventa 8.438 dollari per il vincitore.

Importi stimati: quanto pagherà ogni team nel 2026

Di seguito le cifre stimate che ogni squadra dovrà versare per essere in griglia nella stagione 2026:

  • Cadillac: 703.330$

  • Alpine: 857.994$

  • Sauber: 1.195.442$

  • Haas: 1.258.713$

  • Aston Martin: 1.329.015$

  • Racing Bulls: 1.350.105$

  • Williams: 1.666.463$

  • Ferrari: 3.501.336$

  • Red Bull: 3.873.935$

  • Mercedes: 4.000.478$

  • McLaren: 7.732.579$


Perché queste quote incidono davvero sulla strategia dei team

A prima vista potrebbe sembrare un dettaglio burocratico. In realtà, la quota d’iscrizione è una voce che pesa sulla pianificazione economica: è un costo certo, da mettere a budget, e cresce se la squadra migliora le prestazioni. È un aspetto interessante perché ribalta l’intuizione comune: in molti sport “vincere” significa guadagnare e basta, mentre qui significa anche pagare di più per ripresentarsi l’anno successivo. Ed è proprio questo che rende utile ragionare su Quanto costa gareggiare in F1 non come curiosità, ma come dato concreto che aiuta a leggere la Formula 1 anche dal punto di vista strategico. (5/5)

La stagione 2025 della McLaren, con il suo conto da 7,7 milioni, è la dimostrazione più chiara: il successo in pista ha un prezzo, e nel 2026 si pagherà prima ancora di spegnere i semafori della prima gara.

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