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Tennis moderno: Bertolucci critica l’ATP e chiede una svolta per salvare i giocatori

Il tennis moderno vive un momento di profonda riflessione. Le immagini di Jannik Sinner piegato dai crampi durante un match hanno fatto il giro del mondo, diventando il simbolo della fatica eccessiva a cui sono sottoposti gli atleti di oggi. Paolo Bertolucci, ex campione e voce autorevole del tennis italiano, ha lanciato un allarme: “Si gioca troppo, e l’ATP deve cambiare rotta se vuole salvaguardare i suoi giocatori”.

In questo articolo analizziamo le sue parole, le cause del problema e le possibili soluzioni per restituire equilibrio a uno sport spettacolare ma sempre più logorante.

Le sfide del tennis moderno

Il calendario del tennis moderno: un tour senza tregua

Nel tennis di oggi, gli atleti trascorrono più di quaranta settimane l’anno lontani da casa. Tra voli intercontinentali, superfici diverse e fusi orari, il corpo è sottoposto a stress continui e difficili da gestire. Non sorprende quindi che anche i campioni più esperti accusino cedimenti fisici e mentali, spesso in momenti cruciali della stagione.

Bertolucci sottolinea che il tennis “non è il calcio”: i giocatori non hanno contratti milionari garantiti e guadagnano solo se giocano. Per molti, fermarsi significa perdere punti, soldi e posizioni nel ranking mondiale — un circolo vizioso che spinge gli atleti a forzare oltre il limite.

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Il prezzo fisico del successo

La competizione costante e la pressione del circuito hanno portato a una lunga lista di infortuni. Anche leggende come Novak Djokovic e Rafael Nadal hanno mostrato segni di logorio dopo anni di battaglie intense. Il tennis di oggi richiede prestazioni continue, ma non offre il tempo necessario per recuperare e rigenerarsi.

Le immagini simbolo della fatica nel tennis contemporaneo

L’immagine di Sinner che usa la racchetta come bastone per reggersi in piedi è diventata virale. È il manifesto del tennis moderno: spettacolare ma estenuante, dove la resistenza fisica è ormai più determinante della tecnica. Un messaggio chiaro anche per gli organizzatori, chiamati a riflettere su un modello di spettacolo che rischia di bruciare i suoi protagonisti.

Bertolucci e la sua analisi sul tennis di oggi

“Non basta ridurre i tornei”

Secondo Bertolucci, il problema non è solo la quantità di tornei, ma la loro distribuzione caotica. L’ATP ha trasformato il calendario in una corsa continua, con eventi ravvicinati che lasciano poco spazio al recupero e all’allenamento mirato.

Tornei Masters 1000 troppo lunghi

L’allungamento dei tornei Masters 1000 a due settimane è, secondo l’ex tennista, una delle cause principali del problema. L’obiettivo era offrire più spettacolo e visibilità televisiva, ma l’effetto è stato opposto: un ingorgo di date e una maggiore usura per i protagonisti del circuito.

Ritornare alla formula settimanale

Bertolucci propone di ripristinare i tornei settimanali e di separare il circuito maschile da quello femminile. In questo modo, si potrebbero guadagnare fino a 50 giorni all’anno, riducendo la pressione sugli atleti e migliorando la qualità degli eventi.

Campi coperti obbligatori

Un altro punto critico riguarda le interruzioni dovute al maltempo. Bertolucci suggerisce che i tornei “1000” dovrebbero essere obbligati ad avere almeno un campo coperto, così da evitare giornate cancellate o match sospesi. Una misura semplice, ma capace di alleggerire la fatica dei giocatori e migliorare lo spettacolo per il pubblico.

Per un’analisi approfondita sull’organizzazione dei tornei internazionali, consulta anche questa risorsa di ESPN.

ATP e giocatori: verso un nuovo equilibrio nel tennis moderno

Il ruolo dell’ATP

L’ATP ha il compito di proteggere la salute dei giocatori e mantenere sostenibile il circuito, ma le sue decisioni spesso rispondono più alle esigenze di sponsor e televisioni che a quelle degli atleti. Bertolucci chiede un dialogo più aperto e costruttivo, per riportare al centro il lato umano del tennis e garantire un equilibrio tra business e benessere.

Le riforme possibili

Tra le idee discusse da Bertolucci e altri ex professionisti:

  • ridurre i tornei obbligatori per i top player;

  • introdurre pause programmate nel calendario;

  • modificare il sistema di ranking per non penalizzare chi salta un torneo;

  • creare fondi comuni in cui i grandi Slam aiutino i tornei minori.

I tornei minori in crisi

Molti eventi ATP 250 e Challenger sono in difficoltà economica. Senza sponsor forti, rischiano di sparire, riducendo le opportunità per i giovani. Bertolucci propone che i grandi Slam contribuiscano alle spese dei tornei minori, per rendere il circuito più equo e sostenibile a lungo termine.

Il peso economico sugli atleti

Nel tennis moderno, i giocatori sono veri e propri imprenditori di sé stessi. Devono pagare staff, viaggi, preparatori e allenatori. Senza contratti fissi, molti sono costretti a giocare il più possibile, anche quando non sono al meglio della condizione fisica. Una spirale che mina la longevità delle carriere e la qualità del gioco.

Il futuro del tennis moderno secondo Bertolucci

Una visione di lungo periodo

Il tennis è a un bivio. L’era dei “Big Three” sta terminando e la nuova generazione, da Alcaraz a Sinner, deve affrontare un sistema che logora il fisico e la mente. Per evitare una crisi generazionale, serve un piano condiviso tra ATP, federazioni e giocatori.

La protezione dei giovani talenti

I giovani vivono una pressione enorme: devono scalare la classifica, gestire budget limitati e affrontare un tour senza pause. Senza regole di tutela e supporto, il rischio di burnout è altissimo. Le federazioni dovrebbero introdurre programmi di mentoring e periodi obbligatori di recupero.

Un modello da imitare

Alcune federazioni stanno già sperimentando formule più sostenibili, con limiti di partecipazione e pause obbligatorie. Questi esempi potrebbero diventare la base per una riforma internazionale che riporti il tennis alla sua dimensione umana, senza rinunciare al fascino e alla competizione che lo rendono unico.

Conclusione: il tennis moderno deve ritrovare se stesso

Il tennis moderno è un capolavoro di tecnica, ma anche un meccanismo che consuma i suoi protagonisti. Le parole di Bertolucci non sono solo una critica, ma un invito a cambiare rotta. Meno eventi, più qualità, più rispetto per la salute dei giocatori.

L’ATP ha oggi l’occasione di riscrivere le regole del gioco, ascoltando chi conosce davvero la fatica del campo. Solo così il tennis potrà tornare a essere uno sport umano, competitivo e duraturo, dove vincere non significhi sopravvivere, ma esprimere al meglio il proprio talento.

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