Skip to main content
Apri Assistenza
Invia Documenti
LAVORA CON NOI

Il gioco è vietato ai minori di 18 anni e può causare dipendenza patologica.
Probabilità di vincita sul sito ADM.

Il GP Monza 2025 si corre dal 5 al 7 settembre all’Autodromo Nazionale, con un programma serratissimo che scandirà l’intero weekend e che vale la pena fissare subito in agenda (orari locali Europa/Roma). Venerdì si parte con Prove Libere 1 alle 11:30–12:30, a cui seguiranno le Prove Libere 2 dalle 15:00 alle 16:00: sono due sessioni cruciali per definire il carico aerodinamico minimal tipico di Monza, per provare i rapporti del cambio su rettilinei lunghissimi e per verificare la stabilità in frenata verso la Prima Variante. Sabato mattina, spazio alla Prove Libere 3 dalle 10:30 alle 11:30, l’ultima occasione per rifinire assetti meccanici (barre, altezze, camber) e valutare traini e distacchi ideali, tema centrale nelle qualifiche a Monza per via dell’effetto scia. La Qualifica scatterà alle 14:00 (fino alle 15:00): qui il gioco dei “tow” e la gestione del traffico possono spostare decimi decisivi, motivo per cui i team spesso escono in coppia, alternando chi tira e chi viene tirato nei giri lanciati. Domenica, gara al via alle 13:00 per 53 giri e poco più di 306 km: con l’assetto low-drag e le velocità massime oltre i 340 km/h, la storia recente suggerisce una strategia a singolo pit su mescole C3-C4-C5 con finestra centrale tra giro 15 e 25, salvo neutralizzazioni. Fondamentale, però, non farsi ingannare: a Monza un Safety Car o una Virtual Safety Car hanno spesso cambiato la lettura strategica all’ultimo momento, premiando chi è rimasto flessibile con un secondo set di Hard o chi ha saputo allungare lo stint iniziale sulle Medium proteggendo la gomma anteriore destra, molto sollecitata nelle frenate più dure. Occhio anche alla temperatura dell’asfalto: con il caldo di inizio settembre l’overheating in trazione può generare graining, specie sulle Soft, e compromettere l’ultimo settore verso la Parabolica-Alboreto. Programma lineare, dunque, ma con tante sfumature: fare bene nelle libere vuol dire presentarsi alla qualifica con la corretta mappa ibrida e il giusto compromesso tra velocità di punta e stabilità sui cordoli, premesse indispensabili per costruire la domenica perfetta al GP Monza.


GP Monza: Favoriti e insidie del Tempio della Velocità

Arrivando al GP Monza, i favoriti naturali sono i due piloti McLaren, Oscar Piastri e Lando Norris, che hanno mostrato per tutta la stagione una monoposto estremamente efficiente ai bassi livelli di resistenza aerodinamica, con eccellente trazione in uscita di chicane e grande stabilità nelle staccate violente che caratterizzano il Tempio della Velocità. Piastri si presenta con un margine importante in classifica e con il morale alle stelle dopo l’ultima prova, segno di una maturità in crescita nelle fasi di gestione gomma e restart. Norris, dal canto suo, ha spesso espresso picchi di performance sul giro secco superiori a chiunque, ed è verosimile che a Monza possa capitalizzare proprio in qualifica se il team riuscirà a orchestrare alla perfezione il gioco delle scie. Dietro, Red Bull e Mercedes sono i più credibili antagonisti: Verstappen, pur non dominando, resta un benchmark nelle fasi centrali di gara, soprattutto quando si tratta di estrarre ritmo costante su gomma usurata; Mercedes ha compiuto passi avanti sul fronte aeromeccanico e, su un tracciato “stop&go” come Monza, l’equilibrio in frenata e la prontezza in trazione possono garantirle un ruolo di disturbo importante. Ferrari, spinta dal pubblico di casa, non parte da favorita assoluta nell’analisi puramente tecnica, ma l’energia del weekend italiano spesso colma alcuni decimi, soprattutto se il team raggiunge una finestra corretta di assetto già da FP2: qui una low downforce troppo estrema può rendere la macchina instabile sui cambi di direzione della Variante Ascari, mentre un compromesso leggermente più carico aiuta a proteggere le gomme nel secondo stint. Attenzione, inoltre, a Williams e Racing Bulls: storicamente, le squadre con pacchetto efficiente e bassa resistenza possono trovare performance extra a Monza, specie in qualifica, dov’è possibile sfruttare traini multipli e a volte sorprendere avversari più blasonati. Le insidie principali? Il traffico in Q1/Q2, i track limit alla Ascari e la gestione della Curva Grande in scia, dove si possono preparare sorpassi ma anche scaldare eccessivamente gli anteriori. Il favore del pronostico pende su McLaren, ma Monza punisce i micro-errori: basta una frenata lunga alla Prima Variante o un pit anticipato fuori finestra per ribaltare gerarchie costruite in settimane di sviluppo.


GP Monza: Ferrari tra orgoglio e pressione di casa

Per Ferrari, il GP Monza è molto più di un appuntamento a calendario: è un termometro emotivo e tecnico che misura la solidità del progetto in un contesto in cui ogni dettaglio viene amplificato dalla spinta dei tifosi e dalla storia del luogo. La squadra arriva da un periodo altalenante, con lampi di velocità sul giro secco (basti pensare a pole e prime file conquistate in tappe chiave) ma con difficoltà nel convertire le opportunità in gare lineari quando la gestione delle gomme richiede un equilibrio finissimo tra carico e resistenza. A Monza, l’obiettivo minimo è presentarsi in Q3 con entrambe le vetture e giocarsi una seconda fila che metta i piloti nella condizione di attaccare in partenza, evitando al tempo stesso di rimanere imbottigliati nel traffico che spesso si crea tra la Prima Variante e la Roggia. Il fattore campo aiuta: l’eventuale livrea celebrativa, l’atmosfera del Parco, l’adrenalina dei meccanici nelle soste possono valere quei due-tre decimi distribuiti tra qualifica e gara, a patto che il box mantenga freddezza nelle decisioni strategiche su undercut/overcut. Criticità da presidiare: la stabilità in frenata (fondamentale per non arrivare lunghi nei duelli), il riscaldamento degli anteriori in uscita dai cordoli, e la coerenza del passo su stint medi (12–18 giri) quando l’aria libera scarseggia e si corre in treno DRS. Un punto-chiave sarà anche la collaborazione tra i piloti nelle qualifiche per massimizzare le scie senza intralciarsi nel giro buono: a Monza, il posizionamento sul rettilineo e l’apertura del giro lanciato contano quanto la potenza del motore. Se Ferrari riuscirà a fermare l’inerzia negativa dell’ultima gara, limitando errori individuali e proteggendo le gomme posteriori nella fase centrale, potrà giocarsi un podio realistico. Non sarebbe una vittoria “contro pronostico” in senso assoluto, ma un risultato coerente con il potenziale della vettura quando la finestra operativa è centrata. L’avversario da battere resta McLaren; tuttavia, il GP Monza spesso riscrive copioni: con una qualifica pulita e soste perfette, la Rossa può trasformare la pressione di casa in rendimento.


Leclerc vs Hamilton: il duello interno in chiave GP Monza

All’interno del team, il confronto Leclerc vs Hamilton è uno dei temi più affascinanti del GP Monza. Charles arriva al weekend italiano con un bottino di punti superiore, frutto di una maggiore continuità in qualifica e di alcuni acuti notevoli che hanno acceso la stagione; Lewis, invece, ha alternato sprazzi di grande velocità a weekend più complicati, pagando a volte con ritiri o penalità episodi nati da condizioni di pista precarie o da limiti della finestra di assetto. A Monza, il loro diverso profilo può diventare un vantaggio reciproco: Leclerc tende a estrarre il massimo dal giro secco quando la macchina “risponde” al primo run, fattore che in Q3 vale oro vista l’importanza della scia e la necessità di costruire il lap perfetto con una sola occasione buona; Hamilton è storicamente fortissimo nella gestione gara, nei restart e nelle fasi di difesa/attacco in frenata, patrimonio utilissimo in una domenica in cui la gara spesso si decide con un sorpasso chirurgico o con una sosta eseguita un giro prima o dopo l’avversario diretto. Per il box, l’equilibrio sarà preservare la collaborazione in qualifica (chi tira chi e in quali giri) evitando interferenze sul tentativo migliore, e lasciare ai piloti libertà controllata in gara, con ordini di scuderia solo se necessari a massimizzare il risultato complessivo. Un aspetto tattico: se uno dei due dovesse incappare in una penalità in griglia o in una qualifica meno brillante, potrebbe svolgere ruolo di lepre/scudo sull’undercut avversario, trattenendo chi insegue per aprire pista pulita al compagno. La priorità, comunque, è evitare i contraccolpi dell’ultimo weekend: al GP Monza, l’errore individuale pesa doppio perché i trenini DRS rendono più difficile ricostruire la gara senza neutralizzazioni. Se Ferrari riuscirà a mettere i due piloti nella finestra corretta di carico e pressioni gomma, Leclerc ha mezzi per puntare al podio; Hamilton, con la sua esperienza, può capitalizzare su incidenti, Safety Car e chiamate strategiche, trasformando una partenza dal centro gruppo in un arrivo nei primi cinque. Sarà un duello anche psicologico: chi dei due reggerà meglio la pressione del pubblico e la frenesia del sabato pomeriggio potrebbe diventare l’ago della bilancia dell’intero weekend in rosso.


Piastri vs Norris: la sfida che vale il titolo al GP Monza

La narrativa del GP Monza si intreccia con il duello Piastri vs Norris, la coppia che sta plasmando il Mondiale 2025. Monza, per caratteristiche, valorizza i punti di forza della McLaren: efficienza aerodinamica, freni robusti, trazione pulita e gestione impeccabile del drag nelle configurazioni più “piatte”. Piastri arriva con un vantaggio solido in classifica e con la fiducia che deriva dall’aver convertito pole e partenze di prima fila in gare di controllo, meritandosi definizioni come “campione in costruzione” non solo per il ritmo ma per la lucidità nei momenti chiave (ingressi box, difesa senza eccessi, gestione doppiaggi). Norris, però, è l’avversario più difficile: sul giro secco ha spesso brillato, e nelle gare in cui l’affidabilità non lo ha tradito ha espresso un passo gara capace di mettere sotto pressione chiunque. A Monza, il tema centrale sarà la coabitazione strategica: in qualifica, ci si aspetta un gioco di scie studiato al millimetro, mentre in gara sarà cruciale evitare un duello fratricida che apra la porta agli inseguitori. La gestione delle gomme potrebbe differenziare i due: Piastri tende a essere molto lineare nella costruzione degli stint, mentre Norris, quando ha aderenza e fiducia, sprigiona sprint intermedi devastanti; se la McLaren sceglierà di coprire l’undercut dell’avversario diretto anziché difendersi dagli altri team, potremmo vedere strategie specchio con un margine finale deciso da un pit stop più rapido o da un undercut riuscito. Non va esclusa la possibilità che il muretto imponga priorità di corsia box a chi guiderà dopo la qualifica, per evitare sovrapposizioni rischiose. Se il meteo o una Safety Car spariglieranno le carte, chi dei due manterrà più sangue freddo nella fase di ripartenza dai 70 ai 320 km/h della Rettifilo potrebbe prendersi il bottino grosso. In sintesi: Monza è terreno ideale per esaltare questo duello, e un successo qui peserebbe psicologicamente molto più dei soli punti raccolti, indirizzando la parte finale del campionato.


Chi si avvia a vincere il campionato del mondo?

Guardando la fotografia attuale del Mondiale, Oscar Piastri è l’uomo messo meglio sulla strada che porta al titolo: guida la classifica con un margine importante su Lando Norris, costruito non solo coi picchi (poli, vittorie) ma soprattutto con la consistenza nei weekend in cui non era il più veloce in assoluto. Questo tipo di continuità fa la differenza nella fase finale della stagione, dove i punti “di gestione” – quei secondi e terzi posti raccolti nelle giornate complicate – pesano quasi quanto le vittorie. Norris resta il rivale numero uno: quando non frenato da episodi o guai di affidabilità, ha dimostrato di poter battere Piastri sia in qualifica sia sulla distanza, e su tracciati cittadini o a medio-alto carico (Singapore, Baku) ha spesso trovato il feeling per staccare il compagno. Max Verstappen rimane il terzo incomodo potenzialmente più pericoloso: anche senza uno strapotere tecnico, la sua capacità di capitalizzare errori altrui e di spremere la vettura nelle fasi critiche potrebbe rimetterlo in scia se davanti inciampano. Mercedes ha mostrato segnali di crescita che le consentono di togliere punti a tutti, mentre Ferrari, se trova stabilità di passo, può influire sulla lotta iridata con podi e posizioni da top-5 che complicano i calcoli di chi insegue. Da qui ad Abu Dhabi il calendario propone mix tecnici molto diversi – Monza (basso drag), Baku e Singapore (cittadini con gestione freni e trazione), Austin e Interlagos (flow e degrado gomma), Qatar e Abu Dhabi (notte e temperature variabili) – e proprio la versatilità di McLaren fa pendere la bilancia verso il box arancione. In termini probabilistici, la traiettoria più lineare porta a Piastri, ma l’inerzia può cambiare con due gare storte o con un ritiro a punti alti del rivale. Chi si avvia a vincere? Oggi Piastri ha in mano le carte migliori; Norris è l’unico con la combinazione di velocità pura e contesto tecnico per ribaltare il tavolo; Verstappen è l’outsider di lusso pronto a cogliere ogni esitazione. Tutto passerà da Monza: un successo netto qui varrebbe doppio sul piano psicologico.


GP Monza: possibili sorprese e strategie alternative

Il GP Monza è storicamente la gara delle sorprese, dove un traino ben orchestrato in qualifica o una chiamata box anticipata possono cambiare l’ordine naturale delle cose. Tra gli outsider da tenere d’occhio spiccano le squadre con monoposto efficienti a basso carico: Williams, che tradizionalmente si esalta quando c’è da tagliare resistenza, può diventare una mina vagante per la top-8 se riesce a limitare il porpoising sul dritto e a mantenere frenate dritte in Prima Variante e Roggia. Racing Bulls e Kick Sauber potrebbero inserirsi nella zona punti grazie a un assetto scorrevole e a soste aggressive, soprattutto se il degrado sulle Soft resta sotto controllo: partire su Medium, allungare fino a un’eventuale VSC e rientrare montando Hard pulite è una traiettoria che a Monza ha spesso pagato. Un’altra sorpresa può arrivare da Mercedes: se il team confermerà i progressi nelle aree di trazione e stabilità sui cordoli, uno dei due piloti può trasformare una seconda o terza fila in un podio con un overcut ben temporizzato durante il traffico di metà gara. Capitolo meteo: eventuali gocce mischiate a temperature alte dell’asfalto possono far esplodere il graining sugli anteriori, costringendo a strategie a due soste per chi ha puntato troppo sulle Soft; chi conserverà un set di Medium “vergini” per l’ultimo stint sarà in vantaggio nel gestire sorpassi e difese nei giri finali. Infine, occhio alle penalità in griglia per infrazioni precedenti o sostituzioni componenti: partire qualche fila indietro a Monza non è una condanna se si ha velocità di punta, ma obbliga a una prima parte di gara aggressiva e pulita. Sul fronte piloti, non sorprenderebbe vedere Albon e Hülkenberg piazzare giri da Q3 con il traino giusto, né un Antonelli furibondo di riscatto dopo l’ultima tappa provare un colpo a effetto in casa Mercedes. In uno scenario a margini strettissimi, la vera sorpresa potrebbe essere la gestione della scia: chi la userà bene sabato e ne limiterà gli effetti negativi di domenica (surriscaldamento anteriore, staccate sporche) potrà ribaltare la gerarchia dei top team, perché al GP Monza i distacchi sono microscopici e l’errore, anche piccolo, si paga carissimo.


Stato di forma dei team (focus Ferrari) verso il GP Monza

Nelle ultime settimane la fotografia del gruppo mostra McLaren come riferimento complessivo: pacchetto aerodinamico versatile, buon bilanciamento meccanico, gestione gomma costante e sviluppo efficace hanno generato risultati e fiducia. Red Bull ha alternato sprazzi di competitività a weekend più complicati, ma resta temibile per qualità del muretto e capacità di lettura della gara, specie quando strategie e neutralizzazioni entrano in gioco. Mercedes ha imboccato un trend di crescita: pulizia in frenata e trazione più corposa le consentono di lottare stabilmente per i podi, con il plus di un’organizzazione gara spesso impeccabile. Ferrari merita un capitolo a parte in chiave GP Monza: il potenziale c’è, soprattutto sul giro secco e in condizioni di pista gommata, ma la coerenza del passo gara è stata il tallone d’Achille nelle tappe calde dell’estate. Le aree-chiave sono tre: 1) finestra gomme (evitare di scaldare troppo gli anteriori al netto dei cordoli), 2) stabilità in frenata (per ridurre lunghi e bloccaggi alla Prima Variante), 3) operazioni al box (pit sotto i 2.4s per restare agganciati al treno dei migliori). Se questi elementi vengono allineati fin da FP2, la Rossa può entrare nel “gioco” di McLaren e Mercedes per il podio, specialmente con un sabato da seconda fila. Williams è candidata alla Q3 se trova traino pulito, Aston Martin cercherà punti con strategia creativa, mentre Racing Bulls può capitalizzare su un assetto scorrevole. Monza, però, sa esaltare le squadre che mantengono disciplina tattica: niente giri sprecati in qualifica, gestione DRS chirurgica e chiamate box sincronizzate col traffico. Per Ferrari sarà fondamentale, più che mai, la collaborazione tra i piloti: scambiarsi la scia, non intralciarsi e proteggersi in partenza può valere il 50% del risultato. Con il sostegno dei tifosi, qualche upgrade mirato e una domenica “senza sbavature”, il GP Monza può diventare il punto di svolta psicologico per chiudere l’anno con slancio.


Classifica piloti e costruttori aggiornata prima del GP

Alla vigilia del GP Monza, la classifica piloti racconta un Mondiale guidato da Oscar Piastri con 309 punti, seguito dal compagno Lando Norris a 275: 34 lunghezze che non sono un abisso, ma neppure un margine trascurabile quando mancano tante gare ma i rivali diretti sono nello stesso box. Terzo Max Verstappen a 205, insidiato da George Russell a 184: il britannico ha capitalizzato i progressi Mercedes ed è oggi l’uomo che più regolarmente sottrae punti a chi sta davanti. In casa Ferrari, Charles Leclerc è quinto con 151 punti e Lewis Hamilton sesto con 109, fotografando un equilibrio interno in cui il monegasco ha messo insieme più piazzamenti pesanti mentre il sette volte iridato ha alternato alti e bassi e paga qualche episodio sfortunato. Nella top-10 entrano anche Kimi Antonelli e Alexander Albon appaiati a 64 punti, quindi Nico Hülkenberg e Isack Hadjar a 37: segno di un midfield competitivo, dove singoli weekend azzeccati spostano molto. Passando ai costruttori, McLaren comanda con 584 punti, un vantaggio molto ampio su Ferrari (260) e Mercedes (248), con Red Bull quarta a 214. Più dietro, Williams a 80 precede Aston Martin (62), Racing Bulls (60), Kick Sauber (51), Haas (44) e Alpine (20). Tradotto: McLaren ha la doppia arma per controllare il campionato, ma subito dietro la lotta per il secondo posto tra Ferrari e Mercedes è apertissima e passerà anche dal risultato di Monza, dove la Rossa ha l’obbligo morale di massimizzare punti davanti al proprio pubblico. Sul fronte piloti, Piastri è messo meglio per inerzia e forma, Norris ha l’ultimo treno per riaprirla con una vittoria pesante, Verstappen può sfruttare ogni passo falso dei due arancioni, mentre Leclerc e Hamilton devono trasformare il fattore GP Monza in un podio per riaccendere ambizioni e fiducia nella parte conclusiva della stagione.


GP italiano: orizzonte tattico e margini di miglioramento per la Ferrari

Chiudendo, il GP Monza sarà un banco di prova tecnico e mentale per una Ferrari che vuole scrollarsi di dosso il peso dell’ultima tappa e offrire una domenica da protagonisti ai propri tifosi. Le priorità sono nitide: qualifica senza intoppi (scie coordinate, posizionamento in pista, giro pulito), partenza aggressiva ma lucida (proteggere l’interno alla Prima Variante ed evitare contatti), pit stop rapidi e gestione gomme che privilegi un passo costante sul secondo stint, dove spesso si costruisce il risultato. La Rossa dovrà anche tutelarsi da eventuali penalità residue e preparare piani B/C in caso di Safety Car o VSC, mantenendo aperta la finestra per una sosta opportunistica se la gara lo richiede. Se i tasselli andranno a posto, il podio è un obiettivo realistico; vincere richiederà il weekend perfetto e un pizzico di caos favorevole. Ma Monza, più di ogni altro circuito, ama le storie di riscatto: e il pubblico del Parco saprebbe riconoscerle a chilometri di distanza.

REGISTRATI