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Quanto guadagna un arbitro di Serie A

Stipendi, bonus e compensi per ogni partita

Il tema di quanto guadagna un arbitro di Serie A suscita sempre grande curiosità, perché pochi conoscono il sistema economico dietro il mondo arbitrale.
Un arbitro della massima categoria percepisce in media tra 70.000 e 100.000 euro lordi all’anno come quota fissa, più un compenso per ogni gara diretta che oscilla tra 1.000 e 2.000 euro. A questi si aggiungono bonus di rendimento e premi per partite di particolare rilevanza (come derby o finali).

Quando un arbitro viene designato per una competizione internazionale, come la Champions League o le qualificazioni europee, il compenso cresce sensibilmente: in media 4.000-6.000 euro per match, più indennità di viaggio e rimborsi. In una stagione completa, un arbitro top può così superare i 150.000 euro complessivi.


Quanto guadagna un arbitro di Serie A: i più pagati nel 2025

Chi sono gli arbitri di punta e quanto incassano

Nel 2025 il più pagato tra gli arbitri italiani è Daniele Orsato, da anni riferimento assoluto per il settore arbitrale italiano e internazionale. La sua retribuzione complessiva, considerando gli impegni UEFA e FIFA, supera i 150.000 euro annui.
Seguono Davide Massa e Marco Guida, anch’essi stabilmente designati per gare europee e internazionali, con cifre tra 120.000 e 140.000 euro.

Il più pagato di sempre nella storia del calcio italiano resta Gianluca Rocchi, che durante i suoi ultimi anni di attività aveva superato i 200.000 euro in una sola stagione grazie alle numerose designazioni di alto livello, tra campionato, coppe europee e partite delle nazionali. Oggi, come designatore degli arbitri di Serie A, percepisce un contratto da dirigente federale, diverso da quello di un direttore di gara.


Quanto guadagna un arbitro di Serie A nelle coppe europee

Differenze tra Champions League, Europa League e nazionali

Un arbitro di Serie A che viene designato per una gara di Champions League riceve un compenso tra 4.000 e 6.000 euro lordi per partita, con rimborsi per viaggio e soggiorno pagati direttamente dalla UEFA.
Per l’Europa League i compensi scendono a circa 3.000-4.000 euro, mentre nelle gare internazionali per le nazionali la cifra può variare dai 2.000 ai 5.000 euro, in base all’importanza della partita.
Gli arbitri UEFA d’élite, come Orsato o Taylor, vengono anche inseriti in programmi di formazione e monitoraggio che includono benefit e bonus annuali.
Queste designazioni internazionali sono tra le più ambite, sia per prestigio che per l’impatto economico.


Quanto guadagna un arbitro di Serie A: età e durata della carriera

Limiti, età pensionabile e carriera post arbitraggio

Un aspetto importante nel valutare quanto guadagna un arbitro di Serie A è la durata della sua carriera attiva. Gli arbitri italiani possono dirigere fino a 45 anni, con proroga fino a 47 se mantengono eccellenti condizioni fisiche e un rendimento costante.
Superata questa soglia, possono diventare VAR ufficiali, osservatori, formatori arbitrali o entrare nel settore dirigenziale dell’AIA (Associazione Italiana Arbitri).

Molti, infatti, proseguono la loro carriera nel mondo del calcio con ruoli tecnici o di supervisione. È il caso, ad esempio, di Rocchi, Rosetti e Tagliavento, che oggi lavorano come designatori o dirigenti.


Gli arbitri più famosi fanno altri lavori?

La doppia carriera dei direttori di gara italiani per capire quanto guadagna un arbitro di Serie A

La risposta è sì: la maggior parte degli arbitri italiani ha un altro lavoro oltre a quello sportivo, perché l’arbitraggio non è un impiego a tempo pieno ma un’attività semi-professionale.
Ecco alcuni esempi noti:

  • Daniele Orsato è un tecnico elettrico di formazione, un lavoro che ha sempre mantenuto accanto alla carriera arbitrale.

  • Marco Guida è impiegato presso un’azienda pubblica.

  • Davide Massa lavora come consulente tecnico e collabora con la formazione arbitrale regionale.

  • Luca Pairetto, figlio dell’ex arbitro Pierluigi, ha un percorso manageriale nel settore sportivo.

Questo dimostra che, nonostante gli stipendi alti per gli standard arbitrali, molti mantengono un secondo impiego per stabilità e sicurezza economica post-carriera.


Come si diventa arbitro di Champions partendo dalla Serie A

Requisiti, ranking e percorso internazionale

Per arbitrare in Champions League, un arbitro di Serie A deve prima entrare nel ranking UEFA, una graduatoria che seleziona solo i migliori a livello nazionale.
Il percorso richiede almeno 5-7 anni di esperienza in Serie A, costanza di rendimento e valutazioni positive dagli osservatori.
Ogni anno la UEFA aggiorna la lista degli arbitri internazionali in base a criteri di forma fisica, prestazioni tecniche, comportamento e conoscenza delle lingue straniere.

Oggi, tra gli arbitri italiani attivi in Champions, figurano Orsato, Massa e Guida, tutti nella categoria “Elite”. Questa fascia è la più alta in Europa e consente di dirigere semifinali e finali delle principali competizioni continentali.


Ranking degli arbitri di Serie A

Come funziona la classifica dei migliori arbitri italiani e chi determina quanto guadagna un arbitro di Serie A

Il ranking degli arbitri di Serie A viene stilato ogni stagione dalla Commissione Arbitri Nazionale (CAN). Si basa su:

  1. Prestazioni tecniche e disciplinari.

  2. Valutazioni degli osservatori arbitrali.

  3. Frequenza e difficoltà delle partite dirette.

  4. Errori commessi e coerenza nelle decisioni.

Attualmente, tra i migliori arbitri italiani in attività figurano Daniele Orsato, Davide Massa, Marco Guida, Maurizio Mariani e Luca Pairetto.
Questa graduatoria determina chi viene designato per i big match e chi può ambire alle competizioni internazionali.


Chi dà le pagelle agli arbitri dopo le partite

Valutazioni, osservatori e conseguenze sui futuri incarichi

Dopo ogni partita, l’arbitro riceve una valutazione tecnica da un osservatore arbitrale inviato direttamente dall’AIA o dalla UEFA (per le gare internazionali).
L’osservatore analizza la gestione dei falli, il posizionamento, la comunicazione con i giocatori e l’utilizzo del VAR. Il voto finale varia in genere da 8,0 a 9,5, con eventuali note critiche.

Le “pagelle” arbitrali sono riservate, ma incidono profondamente sulle designazioni successive: un arbitro con più valutazioni negative può essere fermato temporaneamente o declassato di categoria.
Viceversa, chi mantiene voti alti e costanza di rendimento viene scelto per le partite di cartello o le competizioni internazionali.


Conclusione : quanto guadagna un arbitro di Serie A nel 2025

Prestigio, impegno e meritocrazia

Nel 2025, la figura dell’arbitro di Serie A è più professionale e seguita che mai.
Tra partite nazionali, internazionali, allenamenti e analisi video, i migliori direttori di gara superano i 150.000 euro annui, ma il loro impegno va ben oltre la semplice direzione in campo.
Dietro ogni decisione c’è preparazione fisica, conoscenza regolamentare e pressione mediatica.

In un calcio che evolve rapidamente, gli arbitri restano una figura chiave: severa, criticata, ma indispensabile per mantenere l’equilibrio del gioco.

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