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L’evoluzione della figura del portiere attraverso le epoche calcistiche

Nel mondo del calcio, i portieri più forti al mondo sono sempre stati figure determinanti per le sorti di un club o di una nazionale. Dalla metà del Novecento ai giorni nostri, il ruolo del numero uno si è trasformato radicalmente, passando da semplice “para-palloni” a regista difensivo e, in certi casi, primo attaccante nella costruzione del gioco.

Negli anni ’40 e ’50, i portieri si distinguevano per l’efficacia più che per la spettacolarità. Nomi come Gyula Grosics dell’Ungheria e Lev Yashin, l’unico portiere ad aver vinto il Pallone d’Oro (1963), aprirono la strada ai portieri moderni, capaci di uscire dalla linea di porta con autorità.

Tra gli anni ’70 e ’90, la figura del portiere divenne più spettacolare: Dino Zoff, Sepp Maier, Peter Shilton, Jean-Marie Pfaff e Walter Zenga furono considerati tra i portieri più forti del mondo, capaci di difendere la porta con riflessi felini e leadership carismatica.

Dagli anni 2000 in poi, si affermano leggende come Gianluigi Buffon, Iker Casillas, Petr Čech, Manuel Neuer e Keylor Navas. Il portiere diventa un elemento chiave nella manovra, partecipa al possesso palla, e si specializza anche nei rigori e nelle uscite palla al piede.


I portieri più forti del mondo tra ieri e oggi

Dalle parate di Yashin ai lanci di Ederson: lo stile dei numeri uno nel tempo

I portieri più forti al mondo si distinguono non solo per i trofei vinti, ma anche per il proprio stile. Negli anni ’60 e ’70 lo stile era più “di reazione”: il portiere restava sulla linea di porta, aspettava l’attaccante e si affidava ai riflessi. Lev Yashin, con il suo stile da portiere-volante, fu una rivoluzione in sé, ispirando generazioni di estremi difensori.

Negli anni ’80 e ’90, la scuola italiana e quella tedesca dominarono: portieri “vecchio stampo”, con uno stile più sobrio ma efficace, come Zenga o Bodo Illgner. L’introduzione della regola del retropassaggio nel 1992 cambiò tutto: i portieri dovettero imparare a usare i piedi.

Dal 2000 in avanti, Neuer, Alisson, Ederson, Ter Stegen e Courtois hanno imposto un nuovo stile: portieri moderni, pronti a giocare da “libero aggiunto”, con precisione millimetrica nei lanci lunghi e una capacità di lettura del gioco mai vista prima. Non è un caso se molti di loro sono considerati oggi tra i portieri più forti del mondo.


Gli stipendi dei portieri più forti del mondo

Dalle paghe modeste degli anni ’60 ai 20 milioni l’anno di oggi

Un’altra grande differenza tra i portieri del passato e i portieri più forti al mondo di oggi è il lato economico. Se negli anni ’50 e ’60 i portieri guadagnavano stipendi modesti (molto inferiori rispetto agli attaccanti), oggi le cose sono cambiate. Il mercato moderno valorizza anche il ruolo del portiere, e in alcuni casi, i numeri uno guadagnano più di un attaccante.

Manuel Neuer e Thibaut Courtois hanno raggiunto cifre superiori ai 10 milioni netti l’anno. Il brasiliano Alisson Becker, al Liverpool, sfiora i 12 milioni. Ma il record appartiene a Gianluigi Donnarumma, che al PSG percepisce circa 20 milioni lordi annui, rendendolo uno dei portieri più pagati nella storia.

Gli sponsor, le campagne pubblicitarie e le presenze internazionali contribuiscono a questi ingaggi. Oggi, i portieri più forti al mondo sono anche veri e propri brand.


Le nazioni con i portieri più forti al mondo

Italia, Germania e Brasile dominano tra club e nazionali

Quando si parla di nazionalità, alcune scuole hanno storicamente formato i portieri più forti al mondo. L’Italia è la patria di giganti come Dino Zoff, Walter Zenga, Gianluca Pagliuca, Francesco Toldo, Gianluigi Buffon e oggi Donnarumma.

La Germania non è da meno, con Sepp Maier, Oliver Kahn, Manuel Neuer, fino ai recenti Ter Stegen e Trapp. Anche il Brasile ha avuto la sua evoluzione, da Taffarel e Dida fino a Alisson ed Ederson, oggi entrambi nel top 5 mondiale.

L’Inghilterra, pur avendo club prestigiosi, ha prodotto pochi veri top: Peter Shilton, David Seaman, Joe Hart e oggi Jordan Pickford non hanno mai goduto della stessa fama internazionale. Spagna (Casillas), Belgio (Courtois), e Costa Rica (Navas) sono invece esempi recenti di come nuove scuole possano emergere.


I portieri più promettenti: chi sarà il prossimo numero uno?

I giovani che possono diventare i portieri più forti al mondo

La nuova generazione di portieri ha talento da vendere. Tra i nomi emergenti troviamo Maarten Vandevoordt (classe 2002), già nel mirino del Lipsia, e Giorgi Mamardashvili, georgiano del Valencia, autore di prestazioni fenomenali in Liga.

Anche Diogo Costa, portoghese del Porto, ha dimostrato doti da fuoriclasse: riflessi pronti, sicurezza nei piedi, leadership. Non va dimenticato Illan Meslier, classe 2000, titolare al Leeds già da giovanissimo.

L’Italia può contare su Marco Carnesecchi e Elia Caprile, mentre la Francia ha già pronto il post-Maignan con Lafont. Se il trend continua, molti di questi giovani saranno presto considerati i nuovi portieri più forti al mondo.


I portieri più scarsi della storia e le papere memorabili

Quando anche i numeri uno sbagliano: papere da incubo

Non tutti entrano nell’Olimpo dei portieri più forti al mondo. Alcuni, invece, passano alla storia per clamorosi errori. Chi non ricorda la papera di Robert Green a Sudafrica 2010 contro gli USA? O quella di Karius nella finale di Champions League 2018 tra Liverpool e Real Madrid?

Anche Massimo Taibi è passato alla storia del Manchester United per le sue papere memorabili. Harald Schumacher, pur fortissimo, è ricordato più per l’intervento killer su Battiston che per le sue parate.

Altri flop degni di nota: Fabien Barthez, con il suo stile teatrale, spesso incappava in uscite kamikaze. E ancora, Gomes del Tottenham, e persino Bravo al City, hanno vissuto momenti complicati sotto i riflettori.


I portieri più forti al mondo hanno scritto la storia del calcio, salvando risultati, vincendo trofei e ispirando generazioni. Da Yashin a Buffon, da Neuer a Donnarumma, la loro evoluzione ha trasformato il ruolo in qualcosa di tecnico, mentale ed economico. Ma ogni grande portiere sa che basta una papera per finire nel mirino. E per ogni Neuer, c’è sempre un Karius da cui imparare.

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