Scudetti Fiorentina: storia e numero dei titoli
Panoramica sui due Scudetti della squadra toscana conquistati dai viola
Per comprendere la storia dei Scudetti Fiorentina, bisogna tornare alle due stagioni che hanno segnato l’apice sportivo del club viola: 1955-56 e 1968-69. La Fiorentina ha vinto due Scudetti nella sua storia, entrambi ottenuti con un’identità di gioco forte e con squadre ricche di talento, disciplina e innovazione tattica. Il primo titolo rappresentò una rivoluzione per il calcio italiano: una squadra moderna, veloce e soprattutto molto organizzata. Il secondo, invece, arrivò in un’epoca completamente diversa, in cui la Fiorentina seppe rinnovarsi, valorizzare giovani talenti e imporsi in un campionato molto competitivo. Oggi i tifosi ricordano questi due trionfi come pietre miliari dell’identità viola, simboli di determinazione, visione e appartenenza, fondamentali per comprendere quanto la Fiorentina sia stata, e possa ancora essere, protagonista del calcio italiano. Raccontare gli Scudetti della Fiorentina significa raccontare due epoche, due modi di vincere e due squadre entrate nella leggenda.
Scudetti Fiorentina 1955-56: il primo trionfo
Allenatore, capitano e formazione del primo degli Scudetti Fiorentina
Il primo degli Scudetti della Fiorentina arrivò nella stagione 1955-56 sotto la guida tecnica di Fulvio Bernardini, uno degli allenatori più innovativi dell’epoca. L’uomo simbolo in campo era il capitano Sergio Cervato, leader difensivo e rigorista infallibile. La Fiorentina concluse il campionato con un solo ko, costruendo il successo sulla solidità e sulla fluidità offensiva.
Formazione tipo 1955-56:
Sarti – Magnini, Cervato – Chiappella, Rosetta, Segato – Julinho, Gratton, Virgili, Montuori, Prini.
Questa squadra era famosa per l’equilibrio perfetto tra qualità e lavoro collettivo, con Julinho e Montuori veri fenomeni dell’epoca. Il titolo arrivò con pieno merito e segnò una svolta nella storia viola. Il primo degli Scudetti Viola non fu solo un successo sportivo, ma un manifesto tattico che influenzò il calcio italiano degli anni successivi.
Percorso in Coppa dei Campioni dopo lo Scudetto 1956
Come si comportò la Fiorentina dopo il primo degli Scudetti Fiorentina
Grazie al primo degli Scudetti della Fiorentina, la squadra partecipò alla Coppa dei Campioni 1956-57, diventando la prima squadra italiana di sempre a disputare una finale europea. Il cammino fu straordinario: la Fiorentina eliminò con autorità gli avversari europei fino ad arrivare alla finale contro il Real Madrid al Santiago Bernabéu. La partita fu durissima, con i viola sconfitti 2-0, ma la prestazione rimase leggendaria. Quel percorso, pur senza la vittoria, mostrò al continente la forza del calcio italiano e diede ai viola un prestigio internazionale enorme. La squadra di Bernardini dimostrò maturità, visione strategica e una capacità di adattamento rara all’epoca. Per molti, quel cammino rappresentò la prova definitiva che il primo degli Scudetti dei Viola non fu un caso, ma l’inizio di un ciclo di eccellenza.
Scudetti Fiorentina 1968-69: un gruppo giovane e dominante
Allenatore, capitano e formazione del secondo degli Scudetti Fiorentina
Il secondo degli Scudetti dei Viola arrivò nel 1968-69, con una squadra profondamente diversa dalla precedente, più giovane e molto dinamica. L’allenatore era Bruno Pesaola, detto “il Petisso”, mentre la fascia da capitano era indossata da Giancarlo De Sisti, cervello e metronomo della squadra.
Formazione tipo 1968-69:
Superchi – Rogora, Mancin, Ferrante – Brizi, De Sisti – Chiarugi, Merlo, Maraschi, Amarildo, Rizzo.
Questa Fiorentina stupì tutti per intensità, equilibrio tattico e capacità di gestire i momenti chiave. Maraschi fu il bomber, Chiarugi la freccia devastante, Amarildo l’esperienza internazionale. Il secondo degli Scudetti della Fiorentina arrivò con merito assoluto, grazie a un gioco rapido e moderno, capace di superare squadre più blasonate e costruire un entusiasmo che ancora oggi vive nei racconti dei tifosi.
Percorso europeo dopo lo Scudetto 1969
La Fiorentina nelle coppe dopo il secondo degli Scudetti Fiorentina
La vittoria del secondo degli Scudetti Fiorentina portò i viola a disputare la Coppa dei Campioni 1969-70. Il percorso fu meno brillante rispetto a quello del 1956-57, ma comunque dignitoso. La Fiorentina superò i primi turni, mostrando buona personalità, prima di essere eliminata ai quarti dal forte Celtic Glasgow. Nonostante l’uscita anticipata, la squadra confermò competitività e spirito europeo. La Fiorentina di Pesaola non riuscì a ripetere l’impresa della finale dei predecessori, ma lasciò comunque un segno importante, mostrando che gli Scudetti Viola avevano dato nuova credibilità internazionale alla società. Questo ciclo rimane ancora oggi uno dei più ricordati nella storia del club.
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