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Gli stipendi NBA nel 2025: Chi guadagna di più oggi?

Gli stipendi NBA nel 2025 rappresentano uno degli aspetti più affascinanti del mondo dello sport professionistico. L’inflazione del salary cap, spinta dai diritti televisivi e dalla popolarità globale della lega, ha portato a cifre senza precedenti. In cima alla lista troviamo Stephen Curry (Golden State Warriors) che per la stagione 2024-2025 percepisce circa $53.8 milioni, seguito da Kevin Durant, LeBron James e Nikola Jokić, tutti sopra i $47 milioni annui. Anche Giannis Antetokounmpo, Luka Dončić e Joel Embiid superano i $45 milioni.

Oltre agli stipendi da contratto, molti atleti NBA incrementano i propri guadagni grazie a sponsorizzazioni milionarie: LeBron James, ad esempio, guadagna oltre $70 milioni l’anno in endorsement. Questo lo rende uno degli sportivi più ricchi del pianeta. I rookie, invece, partono da contratti intorno ai $10 milioni per le prime stagioni, con aumenti legati alle prestazioni e alla posizione al draft.

Va notato che gli stipendi NBA sono regolati da un sistema di salary cap che impedisce alle squadre di spendere indiscriminatamente. Tuttavia, molte franchigie sforano il tetto massimo grazie all’utilizzo delle “exceptions” e sono disposte a pagare la luxury tax pur di mantenere roster competitivi. Questo fa sì che le cifre reali superino spesso il budget teorico, soprattutto per team ambiziosi come Lakers, Celtics, Suns o Bucks.

L’analisi degli stipendi NBA mostra come la lega non solo valorizzi il talento, ma premi anche la longevità, il carisma e l’impatto globale dei suoi giocatori. In definitiva, oggi giocare in NBA significa entrare nell’élite economica dello sport mondiale.


Stipendi NBA I giocatori NBA più pagati di sempre

Parlare di stipendi NBA significa anche fare un viaggio nella storia per scoprire chi, nel tempo, ha guadagnato di più. In cima a questa classifica troviamo LeBron James, che ha superato ogni record grazie a una carriera ultra-ventennale e contratti sempre più ricchi. Le sue entrate da solo stipendio NBA hanno superato i 500 milioni di dollari, a cui si sommano oltre 1 miliardo da sponsorizzazioni, investimenti e progetti personali.

Seguono Kevin Garnett, Kobe Bryant (decisivo l’ultimo contratto da $48.5 milioni in due anni) e Shaquille O’Neal, che negli anni 2000 è stato uno dei primi a rompere il tetto dei 100 milioni in carriera. Negli anni recenti anche Stephen Curry ha scalato la classifica, diventando il primo giocatore a firmare due contratti da oltre 200 milioni.

Molto spesso però non è solo lo stipendio a contare. Alcuni, come Michael Jordan, durante la maggior parte della loro carriera guadagnavano relativamente poco rispetto agli standard attuali, ma hanno compensato con sponsorizzazioni mastodontiche (l’accordo con Nike, oggi valutato oltre 2 miliardi).

Una curiosità è il contratto da $120 milioni per 4 anni firmato da Damian Lillard, che lo ha portato nel 2023 ad avere una media di oltre $60.2 milioni a stagione nel suo ultimo anno. Queste cifre, sebbene straordinarie, potrebbero essere superate presto, data la crescita del salary cap prevista per i prossimi anni.


Comparazione Stipendi NBA nel basket: Italia, Europa e USA

Quando si parla di stipendi NBA, la differenza con il basket europeo e italiano è abissale. Negli Stati Uniti, i salari sono sostenuti da un ecosistema economico solido: diritti TV miliardari, marketing globale e una base di fan vastissima. In Italia, il giocatore medio della Serie A guadagna tra i 100.000 e i 300.000 euro l’anno, mentre le stelle possono arrivare a 700.000 euro. Solo rarissimi casi (come Gigi Datome o Sergio Rodriguez) hanno toccato l’1 milione.

In Eurolega le cifre migliorano: top team come Real Madrid, Fenerbahce o Monaco offrono ingaggi superiori al milione di euro, con punte che possono sfiorare i 4 milioni per atleti come Mike James o Vasilije Micić. Tuttavia, queste cifre restano lontanissime dagli standard NBA. Anche a livello fiscale, gli Stati Uniti offrono contratti netti molto più elevati, grazie a sistemi che permettono deduzioni e vantaggi negoziabili tra giocatori e franchigie.

Un altro fattore determinante è l’infrastruttura. L’NBA offre benefit come voli charter, staff medico all’avanguardia e visibilità mondiale, che nessun club europeo può replicare appieno. Questo spiega perché quasi tutti i talenti globali sognano l’NBA, e raramente scelgono l’Europa se non per motivi personali o nelle fasi finali della carriera.

In sintesi, la comparazione degli stipendi NBA con quelli italiani ed europei evidenzia un divario profondo non solo nei numeri ma anche nel modello economico e culturale dello sport.


I giocatori più forti della storia della NBA

Quando si discute di stipendi NBA, è naturale parlare anche dei giocatori più forti di sempre. I guadagni record spesso vanno di pari passo con il talento straordinario. In cima alla lista degli immortali troviamo Michael Jordan, considerato da molti il GOAT (Greatest Of All Time), grazie a sei titoli NBA, cinque MVP, e una mentalità vincente senza pari.

LeBron James è però il rivale più credibile al trono. Con più di 40.000 punti segnati, titoli vinti in tre squadre diverse e una longevità mai vista prima, è il simbolo della modernità. Altri nomi leggendari includono Kobe Bryant, per il suo carisma e l’etica del lavoro; Magic Johnson, maestro della visione di gioco; e Larry Bird, simbolo della rivalità anni ’80 tra Celtics e Lakers.

Non si possono dimenticare Bill Russell (11 anelli in 13 stagioni), Wilt Chamberlain (100 punti in una sola partita) e Tim Duncan, “The Big Fundamental”, leader dei San Antonio Spurs. Nell’era più recente si sono distinti anche Kevin Durant, Stephen Curry (re della rivoluzione del tiro da tre) e Shaquille O’Neal, dominatore fisico della pitturata.

Il legame tra grandezza sportiva e stipendi NBA è evidente: più il giocatore è iconico, più è richiesto, più il suo valore di mercato esplode. Tuttavia, la vera forza dei “GOAT” sta nella capacità di influenzare generazioni, costruire marchi globali e trasformarsi in miti viventi.


I campionati di basket più seguiti al mondo

Nel panorama mondiale, l’NBA è senza dubbio il campionato di basket più seguito, con audience globali, partite trasmesse in oltre 200 paesi e una fanbase da oltre 2 miliardi di persone. Ma anche altri tornei stanno guadagnando visibilità. L’Eurolega è oggi il secondo torneo per importanza tecnica, seguito principalmente in Europa e in parte in Medio Oriente.

In crescita anche la Basketball Africa League (BAL), sostenuta direttamente dalla NBA per espandere il brand in Africa. Negli Stati Uniti esistono poi la WNBA (femminile) e la G League, che fungono da vivaio per la lega maggiore. In Asia, il campionato cinese (CBA) ha avuto un boom grazie all’interesse locale e all’arrivo di ex giocatori NBA, come Marbury o JR Smith.

In Italia, la Serie A mantiene un buon seguito, ma fatica a reggere il confronto con Francia, Turchia o Spagna in termini di pubblico e introiti. Il crescente numero di tornei trasmessi in streaming (NBA League Pass, Euroleague TV) permette però anche ai fan italiani di seguire i migliori campionati da casa.

Nel complesso, l’NBA resta il punto di riferimento globale, sia dal punto di vista sportivo che finanziario. E in questo ecosistema, gli stipendi NBA riflettono una leadership che difficilmente sarà eguagliata nei prossimi decenni.